Resoconto del Capitolo Generale degli Ordini Dinastici di Casa Savoia 2025
Nei giorni 26–28 settembre 2025 si è svolto a Roma il Capitolo Generale degli Ordini Dinastici di Casa Savoia, articolato in quattro momenti distinti: l’apertura giubilare, la sessione capitolare, la cerimonia liturgica e il gala benefico. L’evento, che ha visto la partecipazione di centinaia di insigniti provenienti da diversi Paesi, si è svolto sotto la guida del principe Emanuele Filiberto di Savoia, Gran Maestro degli Ordini.
Attività Preliminari
Le sessioni istituzionali hanno avuto luogo nei locali della Pontificia Università Lateranense. La giornata di venerdì 26 settembre è stata dedicata agli adempimenti interni: in mattinata si è riunito il Consiglio Gran Magistrale, seguito nel pomeriggio da un incontro operativo che ha visto la partecipazione dei Delegati italiani ed esteri per l’analisi dei risultati ottenuti nell’anno precedente.
Apertura giubilare e attraversamento della Porta Santa

La giornata di sabato 27 settembre ha costituito l’atto inaugurale pubblico, avviato con il solenne passaggio della Porta Santa nella Basilica Papale di San Giovanni in Laterano. Tale gesto, compiuto in occasione dell’Anno Giubilare, ha coinvolto oltre seicento insigniti e ospiti, guidati dal principe Emanuele Filiberto, per lucrare l’indulgenza plenaria. Il corteo ha visto la presenza di diverse personalità dinastiche internazionali, tra cui il principe Dom Pedro I d’Orléans-Braganza, capo della Casa Imperiale Reale Brasiliana, il Granduca Georgj Michailovič Romanov, e il duca George Borwin di Mecklenburg-Strelitz, accompagnato dal figlio. Il rito è stato supervisionato dal Monsignore Francesco Camaldo.
Cerimonia di Rimessa dei Diplomi e Scambio Dinastico

Successivamente, presso l’Aula Magna della Pontificia Università Lateranense, si è svolta la Cerimonia di Rimessa dei Diplomi e delle insegne. Il Capitolo 2025 ha registrato un ingresso complessivo di 443 tra ammittendi e promuovendi, un dato che, secondo la fonte ufficiale degli Ordini Dinastici, è stato definito un “record”. La cerimonia si è articolata con la consegna dei decreti per l’Ordine al Merito di Savoia, seguita dalle ammissioni all’Ordine Civile di Savoia e, infine, dalla rimessa dei diplomi per l’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. La benedizione dei Manti e degli Abiti da Chiesa è stata impartita dal canonico Monsignor Gian Luca Gonzino.
Tra le personalità insignite nell’Ordine Civile di Savoia figurano l’ingegnere e astronauta Paolo Nespoli, in riconoscimento della sua carriera e dei 313 giorni di permanenza nello spazio accumulati in tre missioni, la direttrice d’orchestra Beatrice Venezi, e il flautista Giorgio Zagnoni. La Medaglia di Benemerenza in Oro dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro è stata conferita al nuotatore paralimpico Manuel Bortuzzo, mentre la personalità televisiva italo-americana Giada De Laurentiis è stata insignita come dama dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro.
In un momento separato e privato, precedente la Cerimonia di Rimessa dei Diplomi, si è verificato uno scambio di onorificenze tra la Casa di Savoia e i rappresentanti delle Case dinastiche ospiti. Il principe Gran Maestro Emanuele Filiberto ha conferito l’Ordine Supremo della Santissima Annunziata al principe Dom Pedro I e al Granduca Georgij Michailovič. In cambio, il principe Dom Pedro I ha insignito il principe Emanuele Filiberto con la Gran Croce dell’Imperial Ordem de Dom Pedro I, e le principesse Vittoria e Luisa di Savoia con la Gran Croce, rispettivamente con Collare e onoraria, dell’Imperial Ordem Militar e Civil da Rosa. Il Granduca Georgij Michailovič ha conferito al principe Emanuele Filiberto l’Ordine Imperiale del Santo Beato Principe Aleksandr Nevskij. Infine, il duca di Mecklenburg-Strelitz ha conferito al Gran Maestro l’Hausorden der Wendischen Krone col grado di Cavaliere di Gran Croce.
Gala di Beneficenza

La sera di sabato 27 settembre, il Capitolo ha incluso un Gala di Beneficenza tenutosi alle Corsie Sistine, parte del complesso vaticano. L’evento, al quale hanno partecipato oltre 400 invitati, è stato organizzato allo scopo di raccogliere fondi destinati all’Elemosineria Apostolica per l’acquisto di un apparecchio di radiografia. Tra gli ospiti erano presenti i capi delle Case Dinastiche estere e le alte cariche degli Ordini di Casa Savoia. La fonte The Investiture ha riportato che, in generale, gli Ordini hanno raccolto oltre €635.000 per iniziative caritatevoli nell’anno precedente.
Cerimonia Liturgica Finale

Le celebrazioni si sono concluse domenica 28 settembre con la solenne Cerimonia Liturgica Capitolare. Oltre 400 insigniti, vestiti in abito da Chiesa, hanno partecipato a una processione dal Convento di Santa Maria Sopra Minerva fino al Pantheon (Basilica di Santa Maria e i Martiri). La Messa è stata officiata da Monsignor Franco Sarsi Sartori, coadiuvato da dieci concelebranti, tutti appartenenti agli Ordini Dinastici. Hanno preso parte alla cerimonia anche figure ecclesiastiche e cavalleresche di rilievo, tra cui il Principe e Gran Maestro degli Ordini di Malta, Frà John Dunlap. Al termine della liturgia, il principe Gran Maestro ha sostato in preghiera davanti alla tomba del Re Umberto I.
Il Capitolo Generale è stato formalmente chiuso con una colazione al Nuovo Circolo degli Scacchi, aperto eccezionalmente per gli ospiti, concludendo l’articolato programma in un contesto conviviale.
Scheda di approfondimento Ordini Dinastici di Casa Savoia ![]() Con l’indicazione di Ordini Dinastici di Casa Savoia (abbreviata anche in ODS oppure OODDS oppure ODDCS) ci si riferisce ad alcuni Ordini Cavallereschi già esistenti durante il Regno d’Italia, il cui magistero è stato conservato da Casa Savoia in quanto considerati dinastici (cioè appartenenti al patrimonio familiare) e non statuali (cioè appartenenti al patrimonio dello Stato Italiano, come invece l’Ordine militare di Savoia, l’Ordine al merito del lavoro e l’Ordine coloniale della Stella d’Italia). Essi sono: •L’Ordine Supremo della Santissima Annunziata, il primo e più prestigioso Ordine di Casa Savoia, il cui magistero è detenuto da Emanuele Filiberto di Savoia ma conteso da Aimone di Savoia-Aosta; la Repubblica Italiana non riconosce quest’Ordine, che è invece riconosciuto dall’ICOC (International Commission for the Orders of Chivalry) •L’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, secondo per importanza fra gli Ordini di Casa Savoia, il magistero è detenuto da Emanuele Filiberto di Savoia ma conteso da Aimone di Savoia-Aosta; la Repubblica Italiana non riconosce quest’Ordine, che è invece riconosciuto dall’ICOC (International Commission for the Orders of Chivalry) •L’Ordine al Merito Civile di Savoia (o Ordine al Merito di Savoia), istituito nel 1988, in qualche modo erede e prosecutore dell’Ordine della Corona d’Italia e dell’Ordine Civile di Savoia, il magistero è detenuto da Emanuele Filiberto di Savoia; la Repubblica Italiana non riconosce quest’Ordine, che è invece riconosciuto dall’ICOC (International Commission for the Orders of Chivalry) Sito istituzionale degli Ordini Dinastici di Casa Savoia . |
Scheda di approfondimento Gli ordini cavallereschi in Italia ![]() Il conferimento e l’uso di titoli e decorazioni cavalleresche in Italia è disciplinato dagli articoli 7 e 8 della legge n. 178 del 3 marzo 1951, i quali in sintesi stabiliscono che in Italia sono LIBERAMENTE UTILIZZABILI i titoli e le decorazioni: 1) degli ordini cavallereschi nazionali (Ordine Militare d’Italia, Ordine della “Stella d’Italia”, Ordine “Al merito della Repubblica Italiana”, Ordine Cavalleresco “Al Merito del lavoro”, Ordine di Vittorio Veneto) 2) degli ordini cavallereschi della Santa Sede (Ordine dello Speron d’Oro, Ordine Piano, Ordine di San Gregorio Magno e Ordine di San Silvestro Papa), e dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro 3) del Sovrano Militare Ordine di Malta Sono invece SOGGETTE AD AUTORIZZAZIONE da parte del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro per gli affari esteri, le decorazioni ed i titoli degli “Ordini non nazionali o di Stati esteri”. Circa l’interpretazioni di quali possano essere considerati “ordini non nazionali“, molto si è discusso, e la dottrina attuale ha portato ad identificarli negli ordini cavallereschi dinastici. Un elenco degli Ordini non nazionali o di Stati esteri le cui decorazioni almeno in alcuni casi siano state sino ad oggi autorizzate, è stato stilato dall’Ministero dell’Interno. Gli articoli di legge anzidetti vietano il conferimento di onorificenze, decorazioni e distinzioni cavalleresche, con qualsiasi forma e denominazione, da parte di enti, associazioni o privati, e specificano che le relative sanzioni sono applicabili anche quando tali conferimenti siano avvenuti all’estero. Doverosamente va evidenziato come vi siano anche ordini cavallereschi del tutto legittimi, le cui decorazioni però lo stato italiano non ha ancora avuto occasione di autorizzare, oppure vi siano ordini cavallereschi di cui le decorazioni in Italia non vengono autorizzate, per ragioni di opportunità politica (come l’Ordine supremo della Santissima Annunziata, o l’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro). Assume dunque particolare rilevanza l’elenco degli ordini cavallereschi valutati legittimi dall’ICOC (Commissione Internazionale permanente per lo studio degli Ordini Cavallereschi – International Commission for Orders of Chivalry), istituzione internazionale privata, che ha redatto un apposito Registro. . |
Disambigua Nobiltà e titoli nobiliari in Italia Con l’avvento della Repubblica in Italia, la rilevanza pubblica dello status nobiliare e dei titoli nobiliari italiani, sono sostanzialmente venuti meno, sebbene sia necessario distinguere fra stato nobiliare e titolo nobiliare di un individuo o di un casato. Tale distinzione è rilevante sia sotto il profilo storico che giuridico, poichè di norma i diversi ordinamenti nobiliari del Regno d’Italia, degli stati preunitari, e degli stati esteri, hanno sempre riconosciuto insita nell’individuo o nel casato la nobiltà, che l’autorità pubblica può o poteva riconoscere, ma non conferire, in quanto stato proprio della persona, indipendente dalla volontà altrui (come dire che un individuo è onesto, e lo è a prescindere da qualunque riconoscimento pubblico o privato che sia, e all’inverso non può diventare onesto unicamente perchè venga dichiarato tale da una qualunque autorità); al contrario il titolo nobiliare è o era di norma frutto di una concessione sovrana, in quanto legato all’affidamento di una determinata funzione o di un determinato incarico, oppure manifestazione pubblica di una benemerenza comunque concessa dall’autorità sovrana. Va da sé che se comunque un sovrano riconosce o ha riconosciuto come nobile un individuo indegno, può risultare alquanto complicato contestare tale riconoscimento. In Italia però l’avvento della Repubblica ha portato anche alla redazione di una nuova Costituzione che nella sua “XIV disposizione transitoria”, recita: “I titoli nobiliari non sono riconosciuti. I predicati di quelli esistenti prima del 28 ottobre 1922, valgono come parte del nome. … La legge regola la soppressione della Consulta araldica” (XIV disposizione transitoria della Costituzione Italiana, comma 1- 2, e 4). Dunque dall’entrata in vigore della Costituzione Repubblicana (1° gennaio 1948) per l’Italia i titoli nobiliari hanno perso qualunque rilevanza pubblica; si badi bene, non sono vietati, semplicemente non sono riconosciuti, cioè non sono tutelati nè disciplinati, sono giuridicamente irrilevanti. Ne consegue che sotto il profilo giuridico ogni italiano può lecitamente autoattribuirsi qualunque titolo nobiliare desideri, senza incorrere in alcun reato, salvo eventualmente coprirsi di ridicolo. L’unica forma di tutela che permane è quella relativa ai “predicati nobiliari” (esempio: Rossi di Vallelupa), che a determinate condizioni possono essere riconosciuti e divenire parte del cognome (cosiddetta cognomizzazione). Da notare che però la “disposizione” costituzionale non menziona lo status nobiliare, lasciando qualche incertezza interpretativa, infatti non essendo menzionato, non si può dire venga negato, e formalmente – a differenza di quanto accaduto per i titoli nobiliari – non viene neppure indicato esplicitamente come irrilevante; ed anche la rivendicazione dell’uguaglianza fra tutti i cittadini italiani non risulta conflittuale con la status nobiliare di un individuo o di un casato, laddove tale status non origini discriminazione di trattamento di alcun tipo e in alcun ambito, come in effetti è oggi. In tale quadro vi è chi sostiene che lo status nobiliare individuale e familiare possa essere tutt’oggi oggetto di riconoscimento e tutela pubblica, soprattutto nei casi di individui (ormai pochi) o casati, che già erano stati riconosciuti come nobili dallo Stato (sebbene nella precedente forma del Regno), tanto più che l’organo pubblico chiamato a gestire tali riconoscimenti (la Consulta Araldica menzionata nella citata XIV disposizione provvisoria della Costituzione Italiana) a tutt’oggi non risulta formalmente soppressa, ma solo non più rinnovata. . |
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