Convegno nazionale della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro
“L’Europa, anche se ancora incompiuta, è un miracolo della Storia: 27 nazioni sovrane che scelgono ogni giorno di condividere valori, regole e responsabilità. Occorre ora fare un secondo miracolo: fare in modo che il 2026 sia il primo anno degli Stati Uniti d’Europa”. Così il Presidente della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro Maurizio Sella in chiusura del convegno nazionale della Federazione tenuto sabato 7 giugno 2025 a Venezia, sul tema “Verso gli Stati Uniti d’Europa. Superare l’unanimità, debito comune e semplificazione“.
Mattarella: “L’Unione europea è fattore di stabilità e pace”
Centrati sul tema “L’Europa che vogliamo”, i lavori sono stati aperti dal messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha sottolineato come “Il contesto internazionale, i conflitti aperti, l’appannamento delle convenzioni e delle attività internazionali basate su principi di cooperazione, rendono più che mai prezioso il ruolo della Unione Europea, fattore di stabilità, progresso e pace”. Superare l’unanimità nel processo decisionale, rafforzare l’emissione di debito comune e avviare una profonda semplificazione normativa a favore della competitività. Dal convegno, cui hanno partecipato circa 160 Cavalieri del Lavoro, espressione dell’eccellenza del mondo imprenditoriale italiano, è emersa la necessità di rilanciare la leadership europea su scala globale puntando su innovazione, capitale umano e forti politiche industriali comunitarie.
Sella: “Debito comune e semplificazione per liberare la competitività”
“Debito comune – ha sottolineato Maurizio Sella – significa superare la diffidenza reciproca tra gli Stati e se questo accade la fiducia interna attira anche la fiducia degli investitori esterni all’Europa. Se siamo noi europei i primi a non crederci, come possiamo pretendere che lo facciano gli altri?”
“Per preservare la vitalità dell’imprenditoria europea garantendo biodiversità economica – ha aggiunto Sella – è fondamentale promuovere la capacità di innovazione e prospettive di crescita futura, che rischiano altrimenti di essere soffocate da un insostenibile ed eccessivo gravame di regole”.
Zobele: “Serve concretezza e una nuova governance comune”
“Concretezza e rilancio della competitività – ha spiegato Enrico Zobele, presidente del Gruppo Triveneto dei Cavalieri del Lavoro, organizzatore del Convegno – devono essere i cardini del nuovo corso europeo. Nei suoi primi 70 anni l’Europa ha conseguito successi enormi, ora l’obiettivo non può che essere un governo comune, che porti avanti temi e politiche necessari. Occorre pensare a una unione energetica, a una armonia fiscale e a un mercato degli investimenti capace di trattenere scelte strategiche e tecnologiche più rilevanti”.
Metsola: “Parlamento Ue al fianco delle imprese”
“Il Parlamento europeo – ha detto in video messaggio Roberta Metsola, presidente del Parlamento Europeo – è al fianco delle imprese nelle sfide della contemporaneità: a partire dalla congiuntura geopolitica ma pure nella semplificazione e nella realizzazione di politiche industriali che mettano al centro l’innovazione, la sostenibilità e la dignità del lavoro“.
Tajani: “Una politica industriale comune per non perdere le basi produttive”
Ad arricchire i lavori anche il messaggio di Antonio Tajani, Vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. “Serve una vera politica industriale comune – ha sottolineato Antonio Tajani – che favorisca la crescita delle imprese dando risposte ai problemi dei prezzi energetici, delle materie prime, delle competenze, del credito. Non possiamo perdere le nostre industrie di base. La parola d’ordine deve essere “sburocratizzare”. Servono ingenti investimenti anche per la transizione digitale, l’innovazione tecnologica e l’intelligenza artificiale”.
I lavori si sono articolati in tre sessioni tematiche, che hanno affrontato i nodi centrali del rilancio del progetto europeo sotto il profilo economico, industriale e istituzionale.
Tre sessioni tematiche per affrontare i nodi della competitività europea
La prima sessione del convegno, organizzato con la partnership scientifica dello IAI – Istituto Affari Internazionali, dedicata al tema “L’Unione europea potenza economica globale fra innovazione e investimenti comuni”, ha visto gli interventi dei Cavalieri del Lavoro Antonio Patuelli (Presidente ABI), Ugo Salerno (Presidente esecutivo RINA) e gli esperti Marco Buti (Istituto Universitario Europeo), Veronica De Romanis (Luiss Guido Carli e Stanford University), Paola Subacchi (Sciences Po). Il dibattito ha messo in luce le sfide poste dalla crescente competizione globale e la necessità di investimenti comuni e strategie industriali condivise, capaci di rendere l’Unione più autonoma, innovativa e resiliente.
La seconda sessione, intitolata “Verso una nuova politica industriale europea: le sfide dell’impresa”, si è concentrata sulle trasformazioni del sistema produttivo europeo. Hanno preso la parola i Cavalieri del Lavoro Lucia Aleotti (Pharmafin – Menarini Group Holding), Marco Bonometti (OMR Automotive), Laura Colnaghi Calissoni (Gruppo Carvico), e Bruno Veronesi (AIA) e l’esperto Daniel Gros (Università Bocconi).
La terza sessione, “Nuove istituzioni per governare la competitività”, ha infine affrontato il tema della riforma delle istituzioni europee, anche alla luce dell’allargamento dell’Unione e della crescente complessità del contesto geopolitico. Sono intervenuti i Cavalieri del Lavoro Franco Bernabè (Università di Trento e Techvisory), Antonio D’Amato (Seda Group), Michl Ebner (Gruppo Athesia) e gli esperti Nicoletta Pirozzi (IAI) e Rosa Balfour (Carnegie Europe) e. Il dibattito ha evidenziato l’urgenza di superare il principio dell’unanimità nelle decisioni chiave, rafforzare il metodo comunitario e dotare l’UE di strumenti più efficaci per governare la competitività.
Scheda di approfondimento Ordine al Merito del Lavoro ![]() L’Ordine al Merito del Lavoro trae la sua origine da una “Decorazione del merito agrario ed industriale” destinata ad imprenditori agricoli e industriali e da una “Medaglia d’onore” per i loro dipendenti, istituite con Regio Decreto di re Umberto I datato 1º maggio 1898, n. 195. Successivamente, re Vittorio Emanuele III, con regio decreto 9 maggio 1901, n. 168, sostituì tali riconoscimenti con l’ “Ordine cavalleresco al merito agrario, industriale e commerciale“, che come già le precedenti benemerenze poteva essere conferito sia agli imprenditori che ai loro dipendenti. Una prima revisione dell’Ordine si ebbe nel 1911, senza che però vi si apportassero modifiche sostanziali, mentre è del 1921 la nuova denominazione di “Ordine al Merito del Lavoro“, introdotta con il Regio Decreto 20 marzo 1921, n. 350. Poco dopo, nel 1923, i Regi Decreti del 30 dicembre nn 3031 e 3167, da una parte restrinsero l’accesso all’ordine ai soli imprenditori, dall’altra istituirono la “Stella al merito del lavoro” riservata ai soli lavoratori dipendenti. Lo stato repubblicano fece suo l’ “Ordine al Merito del Lavoro” con la legge 15 novembre 1952, n. 1793, per poi riordinarlo con la legge 15 maggio 1986, n. 194, che ne accentuò i criteri restrittivi. Attualmente dunque Capo dell’Ordine è il Presidente della Repubblica Italiana. L’Ordine oggi è destinato a imprenditori o manager, anche stranieri, che abbiano contribuito per almeno vent’anni in modo significativo, alla promozione dell’economia nazionale con la loro attività nei settori dell’agricoltura, dell’industria, del commercio, turismo e servizi, dell’artigianato, del credito e delle assicurazioni. Ogni anno il Ministro dello Sviluppo economico, eventualmente di concerto con il Ministro delle Risorse Agricole, sceglie, 40 candidati da proporre al Presidente della Repubblica. Fra questi vengono selezionati venticinque imprenditori, ai quali è conferito, il 1° giugno, il titolo di “Cavaliere del Lavoro“. Fonte normativa: legge 15 maggio 1986, n. 194 . |
CHI SONO I CAVALIERI DEL LAVORO
I Cavalieri del Lavoro sono imprenditori, donne e uomini, insigniti dell’Ordine al “Merito del Lavoro” dal Presidente della Repubblica per essersi distinti nei cinque settori dell’agricoltura, dell’industria, del commercio, dell’artigianato e dell’attività creditizia e assicurativa.
Attualmente i Cavalieri del Lavoro sono circa seicento. Da una recente ricerca di Crif, agenzia internazionale di rating, le aziende dei Cavalieri del Lavoro si confermano attori chiave dell’economia italiana, con una forte presenza nei settori del Made in Italy. Il loro impatto è significativo: pur rappresentando un numero limitato rispetto all’intero tessuto imprenditoriale, queste aziende contribuiscono per circa il 5% del PIL nazionale, evidenziando una capacità di generare valore ben superiore alla media.
Tra i compiti della Federazione dei Cavalieri del Lavoro si segnala la promozione della formazione dei giovani come valore fondante per il futuro e la crescita sociale ed economica del Paese. Questo impegno si concretizza in modo particolare nel Collegio Universitario dei Cavalieri del Lavoro “Lamaro Pozzani”, con sede a Roma, riconosciuto nel 2019 come “Collegio Universitario di Merito” dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. L’impegno dei Cavalieri del Lavoro per la valorizzazione della formazione di eccellenza viene inoltre declinato anche nel Premio “Alfieri del Lavoro”, istituito dalla Federazione nel 1961 e consegnato ogni anno in Quirinale a 25 tra i migliori studenti d’Italia in concomitanza della cerimonia di consegna delle onorificenze ai nuovi Cavalieri del Lavoro.
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