“L’ordinamento del Regno delle due Sicilie tra storia e diritto. La gran Corte dei conti”

Venerdì 1° marzo 2024 alle ore 15.00 presso l’Archivio di Stato di Napoli, si svolgerà il Convegno Riflessioni critiche su “L’ordinamento del Regno delle due Sicilie tra storia e diritto. La Gran Corte dei conti” di Eugenio Francesco Schlitzer, promosso dall’Associazione Magistrati della Corte dei conti.

La riflessione prenderà le mosse dall’omonimo volume curato da Eugenio Francesco Schlitzer per i caratteri di Editoriale Scientifica nel 2021, opera che “esamina l’ordinamento giuridico borbonico e, con particolare attenzione, la Gran Corte dei conti che fu sia giudice, non solo esclusivamente contabile, sia organo di controllo e di gestione. Emergono spunti di assoluta “modernità” giuridica, come la previsione di cauzioni per i cassieri e i contabili ed il cosiddetto “censo” per gli eleggibili, il “truglio” e tanti altri. Il tutto nella cornice del Codice de lo Regno delle due Sicilie che tenne fermi i principi liberali che il “decennio francese” aveva introdotto nel sistema borbonico. L’assetto delle amministrazioni locali su base elettiva, infine, limitava l’influenza della classe nobiliare e feudale. Su tutto gravò, però, la difficoltà di gestire le aspettative della Sicilia, con tensioni separatiste e collusioni mafiose. Non mancarono, poi, interventi assai negativi come la creazione delle Gran Corti speciali le cui pronunce, tra l’altro, non potevano essere soggette al riesame di legittimità“.

Il programma dell’evento prevede che dopo i saluti iniziali di Candida Carrino, Direttrice dell’Archivio di Stato di Napoli, di Michele Oricchio, Presidente della Sezione giurisdizionale per la Campania della Corte dei conti, e di Paola Briguori, Presidente dell’Associazione Magistrati della Corte dei conti, interverranno Luigi Caso, Componente togato del Consiglio di Presidenza della Corte dei conti, Piergiorgio Della Ventura, Presidente del Collegio dei Revisori dei conti dell’Università Parthenope di Napoli, Paolo Peluffo, Presidente di Sezione della Corte dei conti, Cinthia Pinotti, Presidente onorario aggiunto della Corte dei conti, Aristide Police, Ordinario di Diritto amministrativo della LUISS, Mario Spasiano, Prorettore dell’Università della Campania “L. Vanvitelli”, e Filippo Vari, Ordinario di Diritto costituzionale dell’Università Europea e Componente laico del Consiglio di Presidenza della Corte dei conti; a seguire un rinfresco, e quindi un dibattito e le conclusioni, sotto la guida di Cesare Mirabelli, Presidente emerito della Corte Costituzionale.

Il blog Korazym segnala inoltre che al convegno parteciperà anche una rappresentanza della Delegazione di Napoli e Campania del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio ramo “spagnolo”, guidata dal Delegato Nob. Manuel de Goyzueta di Toverena, dei Marchesi di Toverena e di Trentinara, Cavaliere di Giustizia.


Scheda biografica
Eugenio Francesco Schlitzer

Eugenio Francesco Schlitzer, avvocato, docente universitario, è stato per circa quarant’anni magistrato della Corte dei conti, ricoprendovi tutte le diverse funzioni. Ha concluso il servizio come Procuratore generale. Collocato a riposo dal 1° gennaio 2018, è stato nominato, ad honorem, Presidente della Corte. È stato eletto dai colleghi per tre volte al Consiglio di presidenza e, più volte, Segretario nell’Associazione Magistrati contabili.

È stato anche Presidente dei Collegi dei Revisori dell’Università Parthenope, della Giustizia Tributaria e del “Teatro Regio” di Torino. Dal 2000 al 2013, professore a contratto di Contabilità di Stato presso le Università del Salento, prima, e di Torino, poi.
Docente alle Scuole Superiori delle PP.AA. Relatore a numerosissimi convegni e congressi anche internazionali.

Ha curato i volumi L’evoluzione della responsabilità amministrativa. Amministratori dipendenti di regioni ed enti locali e Il sistema dei controlli nelle Pubbliche amministrazioni. È stato autore della parte terza (Il controllo) del Manuale di Contabilità di Stato a cura di G. Correale, dei Controlli giuridici nel codice degli appalti nel Trattato sui contratti pubblici nel 2008 e de La responsabilità amministrativo-contabile del responsabile del procedimento ne Il codice dell’Azione amministrativa nel 2010, entrambi a cura di M.A. Sandulli. Curatore, con C. Mirabelli, del Trattato sulla nuova configurazione della giustizia contabile e Autore del Trattato di contabilità pubblica: tomo I (Il nuovo sistema dei controlli).

Attualmente è titolare di un centro di consulenza ed assistenza legale in materia di finanza e contabilità pubblica con un sito dedicato alla materia stessa (www.finanzapubblica.it).

Commendatore Ordine al Merito della Repubblica Italiana, Cavaliere di Gran Croce di Merito Sovrano Militare Ordine Costantiniano ramo “spagnolo”.
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Scheda di approfondimento
I Borbone

La dinastia dei Borbone (ma anche nella forma plurale Borboni) è una delle più importanti e antiche case regnanti del modo, costituendo un ramo cadetto della dinastia dei Capetingi.

Con le sue diverse ramificazioni, ed in alcuni casi con suoi singoli esponenti, hanno portato le corone di Francia, Napoli, Sicilia, Due Sicilie, Navarra, Sardegna, Etruria, Parma e Piacenza, Lucca, e tutt’oggi siedono ancora sui troni di Spagna e Lussemburgo.

Borbone delle due Sicilie



Il ramo denominato “delle Due Sicilie” si origina da Carlo di Borbone, figlio di Filippo V di Spagna (re di Napoli e di Sicilia tra il 1700 e il 1713, ma anche re di Spagna tra il 1700 e il 1746, a sua volta capostipite della dinastia dei Borbone di Spagna) e della duchessa di Parma Elisabetta Farnese.
Carlo nel 1734, mentre era duca di Parma e Piacenza, durante la guerra con l’Austria, al comando delle armate spagnole conquistò il regno di Napoli e l’anno successivo il regno di Sicilia, sottraendoli agli Asburgo d’Austria. Tali dominii (che dal 1816 presero il nome “delle Due Sicilie”) gli furono riconosciuti con i successivi trattati di pace in cambio della rinuncia di ogni pretensione sul ducato di Parma e Piacenza.

A Carlo successero nell’ordine Ferdinando I, Francesco I, Ferdinando II e Francesco II, che fu spodestato dai Savoia nel 1861.

A Francesco II, nel ruolo di capo del Casato e pretendente al trono del Regno delle Due Sicilie, successero nell’ordine Alfonso, e Ferdinando Pio, che non lasciò discendenti maschi.

La disputa tra ramo spagnolo e ramo francese

In assenza di discendenti maschi di Ferdinando Pio, il ruolo di capo della Dinastia e pretendente al trono del Regno delle Due Sicilie passava dunque ad un fratello.

In base alle leggi successorie del casato, avrebbe dovuto succedergli il fratello Carlo Tancredi, o meglio il di lui figlio Alfonso Maria, essendo Carlo Tancredi premorto a Ferdinando Pio.
Nel 1901 però Carlo Tancredi aveva sottoscritto il cosiddetto Atto di Cannes, con cui aveva dichiarato di rinunciare all’eventuale successione alla Corona delle Due Sicilie.

Di conseguenza fu un altro Fratello di Ferdinando Pio a rivendicare il ruolo di capo della Dinastia e pretendente al trono del Regno delle Due Sicilie ovvero Ranieri.

La validità dell’Atto di Cannes firmato da Carlo Tancredi fu però contestata da Alfonso Maria (figlio dello stesso Carlo Tancredi) che dunque a sua volta rivendicò il ruolo di capo della Dinastia e pretendente al trono del Regno delle Due Sicilie.

Da allora si hanno due linee successorie contrapposte:

Linea successoria principale: Carlo – Ferdinando I – Francesco I – Ferdinando II – Francesco II – Alfonso – Ferdinando Pio

Linea successoria “francese”: Ranieri – Ferdinando – Carlo (padre di Maria Carolina)

Linea successoria “spagnola”: Alfonso Maria – Carlo Maria – Pietro (padre di Jaime)

Per approfondire: Borbone delle Due Sicilie: è scontro
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