Indagine biografica ed araldica a partire da un dipinto
La storia della nobiltà lombarda tra il XVI e il XVII secolo, periodo di transizione e riorganizzazione politica sotto la dominazione spagnola, continua a offrire spunti di indagine complessa, in particolare per quanto riguarda le figure che si sono distinte nel passaggio tra le tradizioni feudali e l’assunzione di ruoli di servizio politico e culturale presso le corti italiane. In questo contesto si inserisce la figura di Ercole Marliani, al centro di una prossima conferenza intitolata Un Marliani alla corte dei Gonzaga, presentata da Jack Aliu Celpica, relatore ed araldista, a Villa Sormani di Mariano Comense il 13 novembre 2025 alle ore 20:30. L’evento, promosso con il Patrocinio della Provincia di Como e del Comune di Mariano Comense, si preannuncia come un’indagine sulla complessità identitaria e l’apparato simbolico di questa casata milanese, ed inserito nel contesto della mostra di arte contemporanea “Something human” di Akila Porage..
La stirpe dei Marliani, originaria di Mariano, vanta una distinzione per cariche ecclesiastiche, militari, e civili, oltre a una partecipazione attiva alla vita intellettuale dell’epoca. L’interesse storiografico si è recentemente riacceso attorno a Ercole Marliani, capitano di cavalleria al servizio di Gregorio XIV e feudatario di Mariano, in relazione a un Ritratto di gentiluomo con armatura di scuola lombarda del XVII secolo. Questo dipinto, la cui conservazione è passata da Mariano Comense alla Parrocchia di Carugo, è stato oggetto di un restauro alla fine del Novecento che ha permesso di rilevare, attraverso stemmi sovrapposti e iscrizioni parziali, le interconnessioni dinastiche e fidecommissarie tra le famiglie Arcimboldi e Marliani. Tale documentazione iconografica si rivela cruciale per l’analisi delle attribuzioni e delle vicende di proprietà.
La pluralità biografica e l’emblema araldico
Un elemento di particolare rilievo nell’esame della figura di Ercole Marliani è la riscontrata pluralità di personalità omonime che si manifesta nella documentazione biografica. Tra queste si identificano l’erudito mantovano, che fu accademico degli Invaghiti e segretario ducale dei Gonzaga, noto per la produzione di orazioni e testi teatrali musicati da Monteverdi, e un protonotario apostolico, conte della Valle d’Intelvi, che funse da patrono di cappelle e benefattore di istituzioni religiose lombarde. Questa omonimia e la ramificazione dei ruoli attestano la continuità di un nome che ha attraversato generazioni, mantenendo posizioni di potere, influenza culturale e devozione.
A sintesi dell’identità della casata si pone il simbolo araldico: un leone dorato in campo nero. Questo emblema è stato interpretato come la raffigurazione della forza e della legittimità conferita in passato dagli Sforza, riflettendo la natura nobile, devota, e al contempo immersa nelle mutevoli dinamiche storiche della Pianura Padana.
La ricerca di Jack Aliu Celpica, che si avvale anche del contributo di studiosi come Arnaldo Martegani e Mario Corbetta, e del sostegno di istituzioni culturali lombarde, si propone di andare oltre la mera restituzione iconografica. L’obiettivo dichiarato è quello di reinserire Ercole Marliani nella “geografia morale e artistica della Lombardia barocca,” in un’epoca in cui i concetti di potere, pietà e immagine pubblica erano strettamente interconnessi in un linguaggio comune di rappresentanza e memoria.
Scheda biografica Jack Aliu Çelpica ![]() Jack Aliu Çelpica è nato nel 1995 a Desio in provincia di Monza-Brianza, da genitori albanesi. Ha ottenuto il diploma di contabile presso il CFP Sandro Pertini, ed attualmente svolge l’attività di operaio in una vetreria brianzola. Appassionato di storia bizantina e ottomana, si interessa in tale ambito di diritto nobiliare, genealogia, e soprattutto araldica. Gestisce una pagina Facebook dal nome “Il Conte di Bashtova” con l’intento di promuovere la fortezza bizantina nel centro Albania, è socio del Centro Italiano Studi Vessillologici e fa parte del Gruppo Araldica Civica. Del 2023 il suo primo volume “Il segreto di Mariano Comense“. . |
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