Lo stemma di monsignor Trevisi

Lo scorso 2 febbraio, papa Francesco ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Trieste presentata da S.E. Mons. Giampaolo Crepaldi, e contestualmente ha nominato Vescovo della medesima diocesi il Rev.do Mons. Enrico Trevisi, del clero della Diocesi di Cremona, Parroco di Cristo Re in Cremona e Coordinatore dell’Area Famiglia di famiglie.

S.E. Mons. Enrico Trevisi ènato il 5 agosto 1963 ad Asola (Mantova). Dopo aver frequentato il Seminario Diocesano di Cremona, è stato ordinato sacerdote il 20 giugno 1987 per la Diocesi di Cremona.
Ha svolto i seguenti studi e incarichi: Dottorato in Teologia Morale presso la Pontificia Università Gregoriana a Roma; Vicerettore e Insegnante di Teologia Morale nel Seminario Diocesano (1990-1997) e, fino al 2022, Docente presso lo Studio Teologico Interdiocesano di Crema, Cremona, Lodi e Vigevano; Direttore del Centro Pastorale Diocesano (1997-2004); Responsabile dell’Ufficio di Pastorale sociale e del lavoro (1997-2003); Assistente spirituale ACLI (2000-2005); Rettore del Seminario Diocesano di Cremona (2004-2016); Insegnante presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose a Mantova, nella Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale a Milano, e nell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Cremona; Membro del Consiglio Presbiterale e del Collegio dei Consultori; dal 2016, Parroco di Cristo Re in Cremona e Coordinatore dell’Area Famiglia di famiglie.

Settimana scorsa monsignor Trevisi ha presentato lo stemma scelto per il suo ministero episcopale:

Lo stemma è sormontato dalla Croce astile con il segno delle piaghe di Cristo e il motto riportato nel cartiglio dice di guardare incantati e ammirati. Ci chiede di non togliere gli occhi da questo amore infinito, qui rappresentato dalla croce: Admirantes Iesum.
Cremona, e in particolare la Parrocchia di Cristo Re, è lungo il Po, e scendendo verso il mare si possono incontrare acque agitate: è l’immagine di questo nostro tempo, definito da papa Francesco come un “cambio d’epoca”. La stella in cielo è – nell’araldica e nella tradizione spirituale – il rimando a Maria stella del mare (Stella Maris) che ci guida e ci orienta: Lei ci consente di arrivare al porto sicuro, lì dove Dio si prende cura di noi.
Trieste è il porto sicuro chiamato ad essere da San Giovanni Paolo II luogo di incontro, di apertura, di ascolto, “patria del dialogo”, “centro di raccordo e di stimolo per la costruzione della nuova Europa”. Il rimando a Maria è anche un omaggio a S. Maria del Fonte (Caravaggio) compatrona della diocesi di Cremona e a Maria venerata a Trieste come Madonna della salute e Madre e Regina.
Nel campo di sinistra (destra e sinistra sono posizioni invertite in araldica in quanto si riferiscono a chi porta lo scudo, risultando pertanto invertite per chi lo guarda standogli di fronte) ci sono due spade spezzate. Sono la memoria della guerra e della furia omicida che ha insanguinato Trieste e sta terrorizzando il mondo. È il desiderio di non dimenticare ma anche di ripartire per una civiltà di pace e di giustizia che nelle diversità ci deve trovare tutti protagonisti. Isaia dice: “Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, dalle loro lance faranno falci; una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione” (Is 2,4).
Ecco che maturano le spighe, che dicono di una civiltà del lavoro e del rispetto del creato. Gesù ha preso il pane, frutto della terra e del lavoro dell’uomo, e ne ha fatto l’eucarestia, il sacramento del suo amore crocifisso, l’alimento spezzato e condiviso, la sua presenza continua.
L’azzurro è il colore simbolo della incorruttibilità del cielo, delle idealità che salgono verso l’alto; rappresenta il distacco dai valori terreni e l’ascesa dell’anima verso Dio, mentre l’argento è il simbolo della trasparenza, quindi della verità e della giustizia: non può esserci pace senza giustizia, non può esserci dialogo e nuova civiltà senza la fatica di un cammino paziente di ascolto nella ricerca di quel bene possibile che sta sempre oltre quanto possediamo.
C’è anche un’altra lettura spirituale che si intreccia con il ministero di don Trevisi: dove c’è Maria c’è la Chiesa, c’è una Madre, c’è una Famiglia. Per tanti anni ha svolto il ministero tra le famiglie e nel desiderio di fare della Chiesa una “famiglia di famiglie”; e per tanti anni è stato educatore tra i seminaristi: ecco che le spighe rimandano a quella comunione eucaristica al cui servizio sono chiamati i presbiteri che non hanno l’insieme dei carismi, ma il carisma dell’insieme.
ADMIRANTES IESUM
Tra i testi biblici che spesso mi hanno aiutato ad orientarmi nella vita Ebrei 12,2 mi ha sempre attratto. Dice così: “tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede. Egli in cambio della gioia che gli era posta innanzi, si sottopose alla croce, disprezzando l’ignominia, e si è assiso alla destra del trono di Dio”. Guardando la neo-vulgata il motto avrebbe potuto essere: “ASPICIENTES IN IESUM”. Uno sguardo fisso su Gesù nel nostro camminare nella vita e nel mondo e verso la meta della nostra esistenza: la piena comunione con Dio. Sorretti dallo Spirito, sempre dietro a Gesù, la Parola fatta carne che ci porta al Padre, senza staccare gli occhi da Lui: in ogni frangente della nostra vita – e ancor più quando il discernimento e le prove si fanno più impegnative – si tratta di tenere gli occhi su Gesù, il Crocifisso Risorto, il Vivente in mezzo a noi. Ma il motto è parso troppo difficile per la comprensione, e da qui la richiesta a don Marco D’Agostino, docente di Sacra Scrittura e Rettore del Seminario Vescovile di Cremona, per un’espressione ancorata allo stesso testo “tenendo fisso lo sguardo su Gesù” ma un po’ più immediata e comprensibile. Da questo fraterno aiuto è venuta la scelta del motto: ADMIRANTES IESUM.


Scheda di approfondimento
L’araldica ecclesiastica

L’araldica ecclesiastica è una specifica branca dell’araldica che si occupa degli stemmi appartenenti a persone o istituzioni del mondo ecclesiale, stemmi caratterizzati da ornamentazioni esterne sostanzialmente costanti e che esprimono un preciso codice giuridico, in grado di rendere immediatamente identificabile grado e funzione del titolare.

Limitatamente all’araldica della Chiesa Cattolica, gli elementi essenziali di tale codice sono:

La tiara o triregno è l’ornamento araldico ad uso esclusivo del Papa, che sormonta il relativo stemma, ed è costituita da un copricapo a forma di cupola che sorregge tre corone sovrapposte. Benedetto XVI e Francesco hanno sostituito la tiara con una mitra caricata di tre fasce d’oro che richiamano le originarie tre corone.

Il galero, ovvero il cappello ecclesiastico è un cappello da pellegrino con la tesa molto lunga e due cordoni laterali che terminano con una serie di fiocchi o più propriamente nappe. Posto sulla sommità ornamento dello scudo il galero consente l’immediato riconoscimento del grado del titolare dello stemma grazie al colore e al numero delle nappe o fiocchi.

Il colore del galero (di norma il medesimo delle nappe) indica:
> rosso per i cardinali;
> verde per gli arcivescovi, i vescovi e i patriarchi;
> paonazzo per i monsignori;
> nero per i presbiteri.

Il numero di nappe per lato indica:
> 15 nappe rosse per i cardinali;
> 15 nappe verdi per patriarchi e primati;
> 10 nappe verdi arcivescovi;
> 6 nappe verdi vescovi e abati mitrati;
> 6 nappe paonazze cappellano di Sua Santità;
> 6 nappe nere vicario generale, vicario episcopale, abate;
> 3 nappe parroco;
> 1 nappa presbitero.

Le Chiavi sono raffigurate incrociate, una d’oro a destra e un’altra d’argento a sinistra, con le impugnature rivolte verso il basso. Si pongono dietro o sopra lo scudo papale.

La croce posta in palo dietro lo scudo, può essere:
> semplice cioè ad una traversa per i vescovi
> doppia cioè a due traverse per i cardinali, i patriarchi e gli arcivescovi.

Stemma papale base
Impostazione classica di un stemma papale
Stemma cardinalizio base
Impostazione classica di uno stemma cardinalizio di un arcivescovo
Stemma arcivescovile base
Impostazione classica di uno stemma arcivescovile

Stemma vescovile base
Impostazione classica di uno stemma vescovile

Stemma di vicario base
Impostazione classica di uno stemma di un vicario episcopale

Stemma di parroco base
Impostazione classica di uno stemma di un parroco

Stemma di sacerdote base
Impostazione classica di uno stemma di un sacerdote


Accanto a questi elementi principali ve ne sono altri di uso più limitato, come pure vi sono ulteriori configurazioni specificatamente riservate a cariche meno note, e non mancano un certo numero di eccezioni e deroghe concesse a titolari di cariche legate ad istituzioni specifiche.

I disegni di questa scheda sono stati realizzati da Teresa Morettoni e Davide Bolis (per il solo stemma vescovile).
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Trevisi
Stemma di monsignor Enrico Trevisi: “Partito: nel primo d’azzurro alla stella (7) accompagnata da cinque burelle ondate d’argento in punta; nel secondo due spade spezzate poste in decusse, sormontate da tre spighe di grano, il tutto al naturale” (blasonatura semiufficiale)
28 Febbraio 2023
Giovanni Moneta

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