Gli stemmi dei podestà di Faenza

Lo scorso 1 settembre, dopo circa 40 anni riapre il Palazzo del Podestà di Faenza, che almeno per i piani superiori appartiene alla locale amministrazione cittadina.

Si tratta di un edificio risalente al ‘200-‘300, purtroppo pesantemente compromesso nei secoli, che ora il Comune di Faenza ha recuperato per destinarlo ad uno spazio di pubblica utilità in grado di ospitare mostre, convegni, esposizioni, ed altre manifestazioni pubbliche.

scudo
Lavorazione di uno scudo araldico da parte della maestra ceramista Maria Cristina Sintoni

Come uso comune per le varie podesterie cittadine, anche questo edificio ha ospitato sui propri muri gli emblemi araldici dei podestà di Faenza. Non si sa quanti siano stati in tutto tali amministratori cittadini, certamente alcune centinaia, e dalle antiche descrizioni dell’edificio sappiamo che vi era almeno un muro ampiamente decorato con le loro insegne araldiche, muro per altro oggi non più esistente.

Così nel progetto di recupero e restauro della struttura si è pensato di richiamare, per quanto possibile, quell’antico uso, avvalendosi delle competenze artistiche ed araldiche di Maria Cristina Sintoni.

La Sintoni – reperendo i dati da testi e documenti della storiografia locale – ha dunque svolto preliminarmente una ricerca d’archivio per identificare il maggior numero possibile di podestà, recuperando stralci di storia del loro operato, e ove possibile, indicazioni circa i loro blasoni. Un lavoro che si vorrebbe possa essere ripreso ed ulteriormente approfondito.

incisione
Incisione di uno degli stemmi per la podesteria di Faenza da parte della maestra ceramista Maria Cristina Sintoni

Nel frattempo però esso è stato utile ad individuare e selezionare 15 fra i primissimi podestà di Faenza, ritenuti più significativi per la storiografia; di essi si è cercato di ricostruire poi l’arme, destinata ad essere riprodotta su scudi di gres bianco di circa 75 x 40 cm, incisi e decorati a mano dalla Sintoni stessa, che ricordiamo essere ceramista.

I 15 stemmi – ci ha spiegato l’artista-ricercatrice – sono di podestà che hanno governato a Faenza nei 120 anni circa precedenti la signoria dei Manfredi: il primo è di Antonio de’ Andito di cui sono ancora in vita i discendenti (es. Manfredi Landi di Chiavenna che ho contattato ricevendo direttamente da lui notizie storiche sullo stemma di famiglia), per concludere con Bernardino di Cunio, della famiglia dei Conti di Cunio della quale furono signori, come pure delle città di Lugo e Bagnacavallo, ma ormai non più noti in questi luoghi e altrove.
Maghinardo Pagani fu Podestà per almeno 4 volte, altri lo furono per 2 mandati anche a distanza di anni.
In ogni caso, si tratta di personaggi protagonisti e/o fautori delle vicende storiche locali e non, uomini che hanno contribuito attivamente alla vita e allo sviluppo della città di Faenza
“.

bottega
Maria Cristina Sintoni nel suo laboratorio mentre realizza le insegne per la podesteria di Faenza

Ma ecco dunque i nomi dei podestà armigeri:

1) 1192/1193 Antonio de’ Andito di Piacenza
2) 1211 Alberico Manfredi di Faenza
3) 1230 Fabbro de’ Lambertazzi di Bologna
4) 1236 Rubaconte da Mandello di Milano
5) 1240 Michele Morosini di Venezia
6) 1253 (o 1251) Ugolino de’ Fantolini da Cerfugnano
7) 1275 Maghinardo Pagani da Susinana
8) 1277 Ruggero Guidi di Modigliana
9) 1279 Bertoldo Orsini di Roma
10) 1281 Guido da Montefeltro
11) 1288 Ostasio da Polenta di Ravenna
12) 1293 Gianciotto Malatesta di Rimini
13) 1294 Rosso della Tosa di Firenze
14) 1297 Ordelaffo Ordelaffi di Forlì
15) 1315 Bernardino (de’ Conti) di Cunio

Le quindici riproduzioni sono poi state esposte su una parete di un locale del Palazzo, dove a breve saranno meglio illustrati da cartelli esplicativi, e dove è possibile ammirarli da parte del pubblico.


Scheda biografica
Maria Cristina Sintoni

Sintoni

Maria Cristina Sintoni è Maestro d’Arte diplomata all’Istituto Statale d’Arte per la Ceramica Gaetano Ballardini di Faenza, dove ha frequentato anche il PAM (Perfezionamento Arte della Maiolica); contemporaneamente ai corsi scolatici, ha fatto pratica nel laboratorio di un ceramista faentino e a luglio 1984 ha aperto il proprio laboratorio ceramista, iniziando una produzione autonoma che si è sviluppata partendo dalle tecniche tradizionali delle maioliche di Faenza note in tutto il mondo per la loro bellezza e qualità.

Proprio nel mondo della ceramica ha trasferito il suo interesse per l’araldica e la genealogia, che l’hanno portata a divenire sin dal 2003 socia dell’Istituto Araldico Genealogico Italiano (IAGI), di cui attualmente è Socio Ordinario. Per il medesimo istituto è Moderatore del forum “I nostri avi”, nella sezione di Araldica.

Negli anni numerose sono state le committenze pubbliche e private per la realizzazione di manufatti araldici in porcellana, realizzazioni che non di rado sono state accompagnate da studi e ricerche d’archivio, come per gli incarichi ricevuti relativamente alle pratiche di concessione di nuovi stemmi per enti locali.

Numerose le partecipazioni a convegni e congressi, anche internazionali, su tematiche araldiche, che hanno spesso dato luogo a pubblicazioni di notevole rilevanza, come – fra gli altri – nel caso del volume Araldica e Genealogia a Fossano (1236 -2016); va poi ricordato il suo contributo al Dizionario Araldico IAGI di Carlo Tibaldeschi (2020), per il quale ha realizzato i circa 600 disegni che ne corredano il testo.
.

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stemmi
Stemmi in ceramica dei podestà di Faenza, realizzati da Maria Cristina Sintoni
2 Dicembre 2022
Raffaele Coppola

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