L’Ordine del Drago il 15 ottobre a Cuggiono

Sabato 15 ottobre 2022, alle ore 11.00, presso la chiesa ortodossa di San Paisio, in via Cavour 25 a Cuggiono in provincia di Milano, si terrà una solenne cerimonia di benedizione e consegna delle insegne dell’Ordine del Drago.

Il rito religioso sarà celebrato da SE il Sevast Conte Reverendissimo Padre Claudio Ioan Cocan. Saranno presenti: SAI il Principe Ezra Foscari Widmann Rezzonico Tomassini Paternò Leopardi, Sua Grazia il Duca Don Gianluca Giadima di Maulo Errico dei Principi Paleologo, Suo Onore la Contessa Mandilosani Lali Panchulidze Aznauri (delegata della Cristianissima Real Casa Bagrationi Imereti di Georgia).

Come accennato nell’occasione si terrà anche una solenne cerimonia di benedizione e consegna delle insegne dell’Ordine del Drago, i cui destinatari saranno: SAI la Principessa Donna Maddalena Messina Foscari Widmann Rezzonico Tomassini Paternò Leopardi di Costantinopoli, barone Davide Baraldi, conte Michele Maria Biallo d’Avola Callattuvo e Serrano, baronessa donna Lucilla Bonacini Ciancio, nobile Mandilosani Maya Bubashvili Aznauri, conte Sandro Luigi Cantoni de Marco di Pozzuolo (barone di Mortegliano e Campoformido, signore di Cuccana), barone Antonio Ciancio, nobile dott. Claudia Elena Cocan, nobile dott. Raluca Alexandra Cocan, barone primo capitano Antonio Imperatore (di Pellizzara, Garescio e Bulfara, signore di Ficarazzi), signora Elena Grec, nobile maestro Rodolfo Knisel, marchesa donna Janneth Patricia Castillo Amortegui Lebano di Lustra, Ornella Mariani Forni (scrittrice), colonnello Alessandro Morelli, conte generale Raindi Domenti Panchulidze Aznauri Didebuli, nobile Stefano Rossi, nob avv prof Gaetano Scaravelli Volta.

La solenne cerimonia sarà seguita Seguirà, da una fraterna agape tradizionale (quota di partecipazione 50,00€, con contributo sociale, prenotazione obbligatoria): ordinedeldrago2022@gmail.com


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Ordine del Drago

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L’Ordine del Drago (o del Dragone) fu un ordine militare del Sacro Romano Impero Germanico, istituito dall’imperatore Sigismondo nel 1387 (seconda altri nel 1408). Comunque, nel 1433, in occasione dell’incoronazione di Sigismondo ad imperatore, lo statuto dei “Draghi” venne approvato da Papa Eugenio IV.

Formalmente l’Ordine fu istituito per combattere l’eresia hussita e contrastare l’espansionismo turco nei balcani, ma in realtà – come altri ordini similari – scopo non dichiarato dell’istituzione fu quello di coalizzare attorno al sovrano “straniero” la nobiltà locale, nel caso specifico la nobiltà ungherese, che a lungo aveva contrastato proprio l’imperatore tedesco Sigismondo, tant’è che l’Ordine non sopravvisse molto al suo fondatore (avvenuta nel 1437), e si ritiene estinto già attorno alla metà del 1400.

L’odierno Ordine del Drago rivendica una derivazione diretta dall’ordine quattrocentesco, attraverso cavalieri dell’Ordine stesso, che dopo la sua estinzione avrebbero proseguito tale esperienza sino a plasmare l’ordine contemporaneo.
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Scheda di approfondimento
Gli ordini cavallereschi in Italia

Ordini Cavallereschi

Il conferimento e l’uso di titoli e decorazioni cavalleresche in Italia è disciplinato dagli articoli 7 e 8 della legge n. 178 del 3 marzo 1951, i quali in sintesi stabiliscono che in Italia sono LIBERAMENTE UTILIZZABILI i titoli e le decorazioni:

1) degli ordini cavallereschi nazionali (Ordine Militare d’Italia, Ordine della “Stella d’Italia”, Ordine “Al merito della Repubblica Italiana”, Ordine Cavalleresco “Al Merito del lavoro”, Ordine di Vittorio Veneto)
2) degli ordini cavallereschi della Santa Sede (Ordine dello Speron d’Oro, Ordine Piano, Ordine di San Gregorio Magno e Ordine di San Silvestro Papa), e dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro
3) del Sovrano Militare Ordine di Malta

Sono invece SOGGETTE AD AUTORIZZAZIONE da parte del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro per gli affari esteri, le decorazioni ed i titoli degli “Ordini non nazionali o di Stati esteri”.
Circa l’interpretazioni di quali possano essere considerati “ordini non nazionali“, molto si è discusso, e la dottrina attuale ha portato ad identificarli negli ordini cavallereschi dinastici.
Un elenco degli Ordini non nazionali o di Stati esteri le cui decorazioni almeno in alcuni casi siano state sino ad oggi autorizzate, è stato stilato dall’Ministero dell’Interno.

Gli articoli di legge anzidetti vietano il conferimento di onorificenze, decorazioni e distinzioni cavalleresche, con qualsiasi forma e denominazione, da parte di enti, associazioni o privati, e specificano che le relative sanzioni sono applicabili anche quando tali conferimenti siano avvenuti all’estero.

Doverosamente va evidenziato come vi siano anche ordini cavallereschi del tutto legittimi, le cui decorazioni però lo stato italiano non ha ancora avuto occasione di autorizzare, oppure vi siano ordini cavallereschi di cui le decorazioni in Italia non vengono autorizzate, per ragioni di opportunità politica (come l’Ordine supremo della Santissima Annunziata, o l’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro). Assume dunque particolare rilevanza l’elenco degli ordini cavallereschi valutati legittimi dall’ICOC (Commissione Internazionale permanente per lo studio degli Ordini Cavallereschi – International Commission for Orders of Chivalry), istituzione internazionale privata, che ha redatto un apposito Registro.
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Disambigua
PREDICATI TITOLI NOBILIARI, CAVALLERESCHI ED ACCADEMICI

Per precisa scelta editoriale il Notiziario Araldico cerca di dare conto di tutti gli eventi e le iniziative di rilevanza araldica, nobiliare, cavalleresca, genealogica, vessillologia, faleristica, o comunque attinenti le discipline documentarie della storia, cercando di evitare atteggiamenti censori.

Tale scelta, unita alle tempistiche proprie di un quotidiano quale è il Notiziario Araldico, ed all’impossibilità di una verifica puntuale di tutti i trattamenti e le titolature accademiche, nobiliari e cavalleresche, contenute nei comunicati, nelle note informative, nei programmi degli eventi, nei documenti diffusi e/o comunque ripresi, può purtroppo implicare la pubblicazione di titoli contesi, contestati, non universalmente accettati, inesatti, o peggio ancora frutto di falsificazioni antiche o recenti.

Si evidenzia dunque che i trattamenti, i predicati, i titoli cavallereschi, i titoli accademici, i titoli nobiliari, pubblicati, lo sono senza attribuire loro alcun valore, e senza poter entrare nel merito.

Giova infine ricordare in questa sede che per disposizione costituzionale, in Italia i titoli nobiliari, sono privi di qualunque valore giuridico.
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