Lo stemma del nuovo vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro

Ieri, giovedì 15 settembre, il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro presentata da S.E. Mons. Riccardo Fontana, e contestualmente ha nominato il suo successore, S.E. Mons. Andrea Migliavacca, finora Vescovo di San Miniato.

Mons. Andrea Migliavacca è nato il 29 agosto 1967 a Pavia, nell’omonima Diocesi. Entrato nel Seminario diocesano nel 1986, ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 27 giugno 1992. Nel 1996 ha conseguito la Laurea in Diritto Canonico presso la Pontificia Università Gregoriana a Roma.

Fra gli incarichi pastorali ricoperti ricordiamo: Assistente ecclesiastico del gruppo scout (1996-2000); Docente di Diritto Canonico presso lo Studio Teologico del Seminario e l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Pavia-Vigevano (1996); Collaboratore pastorale presso la parrocchia di S. Genesio ed Uniti (1996-1997); Amministratore parrocchiale di S. Genesio ed Uniti (1997-1998) e dal 1997 Vice Cancelliere Vescovile; dal 2001 Rettore del Seminario diocesano e Direttore del Centro diocesano vocazioni, e dal 2014 Docente di Diritto Canonico presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale. È stato eletto Vescovo di San Miniato il 5 ottobre 2015, ricevendo la consacrazione episcopale il 9 dicembre successivo. Ha iniziato il suo ministero nella Diocesi di San Miniato il 20 dicembre 2015. Dal 2019 è Membro del Collegio per l’esame dei ricorsi presso la Congregazione della Dottrina della Fede e dal 2021 Membro del Tribunale della Segnatura Apostolica. Nel 2019 la Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di vita Apostolica lo ha nominato Commissario Pontificio della Compagnia di Sant’Orsola – Istituto Secolare di Sant’Angela Merici di Siena.

Nel nuovo incarico pastorale Mons. Migliavacca sarà accompagnato dallo stemma adottato in occasione del suo mandato a San Miniato e così presentato:

Blasonatura
Mantellato rialzato: nel primo, d’oro alla croce di S. Andrea di legno al naturale; nel secondo, d’azzurro alla cometa d’oro di sei raggi ondeggiante in sbarra; nel terzo, di rosso al cesto d’oro contenente cinque pani dello stesso crocettati di nero, sostenuto da un pesce curvo rivoltato d’argento posto in fascia e sinistrato da altro pesce d’argento uscente in banda.
Motto: “Maestro dove abiti?” in lettere maiuscole di nero caricato su cartiglio esterno al naturale.

Commento
Lo stemma di Mons. Andrea Migliavacca è costituito dallo scudo e dagli ornamenti ad esso esterni, che sono i tradizionali contrassegni della dignità vescovile: il cappello verde dal quale pendono dodici nappe del medesimo colore, sei per parte disposte in tre ordini; la croce d’oro con un solo braccio trasverso accollata allo scudo ed emergente nella parte alta e nella punta; essa è ornata di cinque gemme rosse, che ricordano le cinque piaghe di Gesù crocifisso e manifestano dun que come la croce non sia solo semplice contrassegno di dignità ma anzitutto lo strumento della salvezza.
La forma stilizzata degli ornamenti e del cartiglio è simile a quella dello stemma di S. Ecc. Mons. Giudici ed è questo un atto di omaggio e di devozione di Mons. Migliavacca nei confronti del Vescovo Giovanni con il quale egli ha per anni collaborato e che gli trasmette con la sacra ordinazione la pienezza del sacerdozio.
Il cartiglio ai piedi dello scudo contiene la frase evangelica “Maestro dove abiti?”, ossia la richiesta rivolta a Gesù (Gv 1, 38)  e attribuibile a S. Andrea, che fu il primo degli Apostoli ad essere chiamato.
Questo motto riassume l’atteggiamento personale e pastorale di mons. Migliavacca: mettersi alla ricerca del Signore e comunicare agli altri questa fondamentale esperienza di fede. Lo scudo è stato costruito con elementi che sviluppano il messaggio trasmesso dal motto.
Esso è diviso in tre parti da due linee che partendo dal centro del lato superiore, si divaricano e curvano simmetricamente verso i due lati per terminare nella loro metà inferiore. Questa suddivisione si chiama “a mantello rialzato”, perché ricorda il petto di una persona che porti un mantello sollevato ai fianchi (ad es. il sacerdote quando indossa il piviale i cui lembi vengono sostenuti ai suoi fianchi da due diaconi).
Nella parte centrale, sul campo d’oro spicca la croce di S. Andrea, rappresentata non come mera figura convenzionale araldica, ma nel suo aspetto di strumento del martirio di questo apostolo, ossia sotto forma di due pali lignei decussati. S. Andrea  è il santo di cui Mons. Migliavacca porta il nome ed è anche patrono del Seminario di Pavia, dove il Vescovo è stato rettore per  14 anni; ed è pure il modello dell’atteggiamento pastorale del Vescovo, come abbiamo ricordato a proposito del motto.
Nel la parte dello scudo che l’araldica considera di destra  (quello a sinistra di chi guarda), è raffigurata una stella cometa  che ondeggia nel cielo azzurro. Essa ricorda la stella che guidò i Magi nella loro tenace e faticosa ricerca di Gesù, e dunque l’atteggiamento di ricerca del Signore da parte dell’uomo, suggerendo che questo cammino necessita della luce che viene dall’alto, che illumina le tenebre e aiuta a dirigere i propri passi nella giusta direzione. È la luce della grazia e della parola di Dio, “lampada sul nostro cammino” (cf. Sal 118, 105).
Nel terzo campo, di colore rosso, si vede un canestro con cinque pani e due pesci.  Queste figure evocano il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci operato da Gesù che con queste semplici e poche vivande sfamò una folla numerosa (Gv  6, 4-13). Pani e pesci vennero dati a Gesù da un ragazzo, segnalatogli proprio dall’apostolo Andrea (v. 8), e questo piccolo discepolo mise nelle mani di Gesù tutto quello che aveva in quel momento per sfamarsi: con questo suo dono rese possibile il miracolo. Anche da questo episodio evocato nello stemma traiamo  l’insegnamento che la sequela di Gesù ci richiede sacrificio, affidamento a lui di noi e di tutto quello che è nostro, e questo non ci impoverisce ma arricchisce noi e gli altri. La tradizione vuole che questo anonimo ragazzo del Vangelo fosse Siro, divenuto poi vescovo di Pavia, diocesi della quale egli è oggi il patrono principale, e la cui festa coincide con la data dell’ordinazione episcopale di mons. Migliavacca.
I colori azzurro e rosso presenti nello scudo, espressamente voluti da mons. Migliavacca, evocano il ricordo del Gruppo scout Agesci Pavia 1, del quale egli fu per anni assistente.


Scheda di approfondimento
L’araldica ecclesiastica

L’araldica ecclesiastica è una specifica branca dell’araldica che si occupa degli stemmi appartenenti a persone o istituzioni del mondo ecclesiale, stemmi caratterizzati da ornamentazioni esterne sostanzialmente costanti e che esprimono un preciso codice giuridico, in grado di rendere immediatamente identificabile grado e funzione del titolare.

Limitatamente all’araldica della Chiesa Cattolica, gli elementi essenziali di tale codice sono:

La tiara o triregno è l’ornamento araldico ad uso esclusivo del Papa, che sormonta il relativo stemma, ed è costituita da un copricapo a forma di cupola che sorregge tre corone sovrapposte. Benedetto XVI e Francesco hanno sostituito la tiara con una mitra caricata di tre fasce d’oro che richiamano le originarie tre corone.

Il galero, ovvero il cappello ecclesiastico è un cappello da pellegrino con la tesa molto lunga e due cordoni laterali che terminano con una serie di fiocchi o più propriamente nappe. Posto sulla sommità ornamento dello scudo il galero consente l’immediato riconoscimento del grado del titolare dello stemma grazie al colore e al numero delle nappe o fiocchi.

Il colore del galero (di norma il medesimo delle nappe) indica:
> rosso per i cardinali;
> verde per gli arcivescovi, i vescovi e i patriarchi;
> paonazzo per i monsignori;
> nero per i presbiteri.

Il numero di nappe per lato indica:
> 15 nappe rosse per i cardinali;
> 15 nappe verdi per patriarchi e primati;
> 10 nappe verdi arcivescovi;
> 6 nappe verdi vescovi e abati mitrati;
> 6 nappe paonazze cappellano di Sua Santità;
> 6 nappe nere vicario generale, vicario episcopale, abate;
> 3 nappe parroco;
> 1 nappa presbitero.

Le Chiavi sono raffigurate incrociate, una d’oro a destra e un’altra d’argento a sinistra, con le impugnature rivolte verso il basso. Si pongono dietro o sopra lo scudo papale.

La croce posta in palo dietro lo scudo, può essere:
> semplice cioè ad una traversa per i vescovi
> doppia cioè a due traverse per i cardinali, i patriarchi e gli arcivescovi.

Stemma papale base
Impostazione classica di un stemma papale
Stemma cardinalizio base
Impostazione classica di uno stemma cardinalizio di un arcivescovo
Stemma arcivescovile base
Impostazione classica di uno stemma arcivescovile

Stemma vescovile base
Impostazione classica di uno stemma vescovile

Stemma di vicario base
Impostazione classica di uno stemma di un vicario episcopale

Stemma di parroco base
Impostazione classica di uno stemma di un parroco

Stemma di sacerdote base
Impostazione classica di uno stemma di un sacerdote


Accanto a questi elementi principali ve ne sono altri di uso più limitato, come pure vi sono ulteriori configurazioni specificatamente riservate a cariche meno note, e non mancano un certo numero di eccezioni e deroghe concesse a titolari di cariche legate ad istituzioni specifiche.

I disegni di questa scheda sono stati realizzati da Teresa Morettoni e Davide Bolis (per il solo stemma vescovile).
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migliavacca
Lo stemma di monsignor Andrea Migliavacca: “Mantellato rialzato: nel primo, d’oro alla croce di S. Andrea di legno al naturale; nel secondo, d’azzurro alla cometa d’oro di sei raggi ondeggiante in sbarra; nel terzo, di rosso al cesto d’oro contenente cinque pani dello stesso crocettati di nero, sostenuto da un pesce curvo rivoltato d’argento posto in fascia e sinistrato da altro pesce d’argento uscente in banda”. (blasonatura ufficiale)
16 Settembre 2022
Raffaele Coppola

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