Conservare: un’arte italiana

L’arte della conservazione e del restauro di documenti cartacei, di pergamene, quadri, arazzi, tessuti, ceramiche e molti altri generi di manufatti, rappresenta uno dei tanti fiori all’occhiello della storia d’Italia, anche se in pochi se accorgono, così a ricordarcero sono spesso gli starnieri, che vengono proprio in Italia per imparare e cercare di esportare il nostro sapere.
Un’esperienza di questo genere sta accadendo a Terni, dove l’International Institute for Restoration and Preservation Studies di New York da vent’anni gestisce il “San Gemini Preservation Studies” un programma per l’apprendimento del restauro e della conservazione dei beni culturali con cinque diversi corsi di restauro: materiale lapideo, ceramiche archeologiche, rilegature storiche, carta e un corso sulle tecniche tradizionali di pittura.
La novità di quest’anno è l’International Institute for Restoration and Preservation Studies ha stipulato una convenzione triennale con la Diocesi di Terni Narni e Amelia per la realizzazione dei corsi di “Conservazione Preventiva negli Archivi Storici” e il corso “Restauro della Carta”.
Caratteristica specifica di questi nuovi corsi è che prevedono una prima parte di pratica di Conservazione Preventiva direttamente nell’Archivio Storico della Curia Vescovile di Terni, e dai primi di luglio una seconda parte di restauro dei documenti nei laboratori dell’Istituto all’interno del complesso monastico di San Giovanni Battista in San Gemini.
Inoltre da quest’anno, il progetto si è arricchito con lo studio delle condizioni microclimatiche dell’Archivio diocesano di Terni, con l’impego di specifiche tecnologie.
Non solo stranieri però, infatti ogni anno viene indetta una borsa di studio tramite l’Associazione per la Valorizzazione del Patrimonio Storico di San Gemini, rivolta agli studenti provenienti dalle facoltà italiane di conservazione e restauro, che dà accesso ai corsi dell’International Institute for Restoration and Preservation.
Studies.

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Un volume di fine ‘600 della biblioteca del Centro Studi Araldici

31 Luglio 2019
Giovanni Moneta

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