A Lecce timore per le condizioni dell’arco del cortile di Prato

E’ il <quotidianodipuglia> a divulgare la notizia di una mobilitazione in corso per salvare l’arco di ingresso del palazzo di Leonardo Prato, monumento del ‘500 caro ai Leccesi. L’arco versa in cattive condizioni. Gli stemmi che si trovano sull’arco, che fanno capo alla famiglia del capitano dell’Ordine dei Cavalieri Gerosolomitani, sono talmente deteriorati che il recupero sembra una missione impossibile.

Massimiliano Rella, amministratore di condominio, interpellato dal quotidianodipuglia, ha rilasciato questa dichiarazione: <Non si può mettere mano a quell’arco senza l’autorizzazione della Soprintendenza>.
La burocrazia, quindi, potrebbe allungare i tempi. E questo nonostante l’intervento sia urgente.
<Le effigie e le immagini non saranno più recuperabili e già la pulitura non sarà un’operazione banale. È un vero peccato. Su alcune raffigurazioni si potrebbe lavorare con lo scalpellino, ma i costi salirebbero. Altri disegni non sono più risanabili> aggiunge Alfredo Castellano, professore di Diagnostica dei Beni Culturali all’Università del Salento, intervistato dal quotidianodipuglia.

Alle parole di Rella si aggiungono quelli dell’architetto Antonio Bramato, ex direttore della Soprintendenza: <Senza interventi la degradazione va avanti, fino alla perdita del coccio intero. Mentre, per quanto riguarda i disegni e le sculture, l’unico intervento che si può fare è quello di bloccare il degrado. I rilievi non si recupereranno più com’erano originariamente. I disegni andrebbero puliti e protetti con resine specifiche. I licheni, diffusi sulle sculture, si nutrono della stessa pietra. Poi si dovrebbe intervenire con il consolidamento e la tecnica del cuci e scuci. Paradossalmente, è un miracolo che il bene si sia mantenuto così, la pietra era buona e il monumento è esposto a tramontana. Perché la parte che vediamo logora non è mai stata toccata, probabilmente è stata lasciata così dal Cinquecento>.

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Foto A. Manni: Esempio di stemma lapideo – Stemmi su una lapide del 1337 a Civitanove Marche Alta

 

8 Luglio 2019
Adriana Morlacchi

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