Il Patriziato Veneziano

Lo scorso 8 aprile si è svolto a Venezia il convegno dal titolo: “Il Patriziato Veneziano”, che ha visto come relatore Emilio Petrini Mansi della Fontanazza il quale si è avvalso nell’esposizione di diverse immagini di stemmi tratti dall’Annuario della Nobiltà Italiana curato da Andrea Borella, pure presente alla serata.

I contenuti dell’evento sono stati efficacemente riassunti dal tenente colonnello Raffaele Barcone: “Con lo sviluppo delle città nella società medioevale, si viene a formare un altro tipo di nobiltà accanto a quella feudale, la cittadina appunto, detta patriziato. Questa tra le tante, trova il suo più fulgido esempio in quello veneziano della Serenissima Repubblica.

In esso intatti troviamo famiglie di antico lignaggio di origine tribunizia e che avevano governato prima della creazione del dogato. Erano queste le famiglie antichissime o vecchie dette anche apostoliche dal loro numero complessivo di dodici, alle quali andavano aggiunte altre quattro dette evangeliche. A queste più antiche famiglie si aggiunsero le nove, cioè quelle che avevano raggiunto la nobiltà prima della serrata del Maggior Consiglio e poi le nuovissime, ascritte al patriziato nel 1391.

Erano tutte famiglie quelle che potevano vantare tra i propri antenati, dogi, papi e cardinali. A queste si aggiunsero tra il 1600 e 1700 altre famiglie che furono nobilitate per soldo, offrendo cioè alla Repubblica la cifra convenuta di centomila ducati, denari necessari a coprire le ingenti spese delle diverse guerre che la Serenissima era costretta a combattere, in tal guisa venivano nominate patrizie.

Una nobiltà sui generis, se è vero che erano tra i pochi in Europa ad esercitare l’attività del commercio, arte considerata vile, anche se di tipo internazionale, e normalmente disdegnata dalla nobiltà feudale.

Altra inusuale caratteristica del patriziato veneziano era quello di non avere titoli e predicati, e in verità, non ne avevano bisogno.

Bastava infatti chiamarsi Morosini, Contarini, Dandolo, Loredan, Soranzo perchè valesse più di tanti altisonanti titoli.
Infatti molti nobili stranieri ritenevano illustre l’aggregazione al patriziato veneziano, tanto che molte furono le richieste dei nobili esterni per esservi aggregati; tra questi ricordiamo i Savoia, Gonzaga, Colonna , Estensi, Asburgo, i Borboni di Francia, etc… “.

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Andrea Borella editore dell'Annuario della Nobiltà Italiana

Andrea Borella editore dell’Annuario della Nobiltà Italiana

1 Giugno 2016
Raffaele Coppola

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