Torna il “Calendario Reale”

Con una nota a stampa, l’Unione della Nobiltà Italiana guidata da Ettore Gallelli, ha annunciato che in data 21.05.2015, nella sua sede nazionale di Torino, ha presentato al pubblico il Calendario Reale serie -aggiornata edizione 2015.

Occasione per lanciare la nuova iniziativa editoriale è stato “l’anniversario dei settanta anni dalla stampa dell’ultimo Calendario Reale (1943-2013) – informa l’editore -, edito dal Regno d’Italia a cura della Segreteria della Real Casa, pubblicato a cadenza annuale, ininterrottamente dal 1861 al 1943. Sotto il Regno d’Italia, era l’annuario statistico-diplomatico ufficiale della casa reale d’Italia, assolveva a funzioni simili a quelle del Gotha, e in parte, su scala più ridotta, a quelle del Calendario d’oro. Il Calendario Reale rappresentava di fatto la prosecuzione del Calendario di corte del Regno di Sardegna, stampato per la prima volta nel 1823, e pubblicato, a cadenza annuale ma non sempre regolare, fino al 1859, con la variante di titolo in Calendario reale del Regno di Sardegna. La prima uscita del 1861, con la nuova denominazione e per i tipi Ceresole e Panizza, era, dunque, la logica conseguenza dell’Unità e della connessa esigenza di pubblicizzare la gerarchia della casa regnante Savoia e delle nuove cariche, all’interno dell’ordinamento regolato sia dalle leggi dinastiche sia dallo Statuto Albertino. Nel corso della sua storia, in cui sono rimasti invariati il carattere e la cadenza del periodico, sono spesso cambiate le tipografie, scelta anche, in parte, condizionata dalla designazione della residenza reale, ovvero della capitale.

In particolare, dalla prima edizione “targata” Ceresole e Panizza si è passati, dal 1874, alla tipografia reale di Vittorio Bona, così come dalla parentesi della tipografia Bencini dal 1889 al “lungo periodo” dell’Unione Cooperativa Editrice dal 1894, per concludersi con le edizioni del Ministero della Casa reale dal 1941. Per quanto riguarda le dimensioni tipografiche del Calendario, agli iniziali 13 centimetri si è passati, dal 1885, ai 17 centimetri, misura questa che sarebbe rimasta costante, al contrario del numero, variabile, dell’impaginazione. In tal senso, la differenza tra l’una e l’altra edizione è stata anche di oltre 300 pagine, se si considera il minimo di 280 registrato per l’edizione del 1941 e il massimo di 614 con l’edizione Bona del 1886. Il volume era sempre aperto dal calendario. Mentre la suddivisione del testo era, originariamente, in sei parti, secondo la seguente strutturazione: 

Parte I: Serie cronologica dei sovrani della “Real casa di Savoia”; Sovrani e principi;Cardinali.

Parte II: Stato della casa del re; Casa e corte dei principi di Piemonte; Casa e corte dei duchi d’Aosta; Altre case; Corti antiche.

Parte III: Consulta araldica; Serie degli ordini conferiti ai sovrani europei; Ordine supremo della Santissima Annunziata; Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro; Ordine militare di Savoia; Ordine civile di Savoia; Ordine della Corona d’Italia.

Parte IV: Grandi ufficiali dello Stato; Parlamento nazionale; Ministeri; Arcivescovi e vescovi del Regno; Esercito; Armata navale; Prefetti del Regno.

Parte V: Consiglio del contenzioso diplomatico; Agenti diplomatici del re all’estero; Ministri delle corti estere presso il re; Consolati del re negli Stati esteri.

Parte VI: Annuario contenente gli alti funzionari civili, militari e di corte degli stati europei.

A partire dal 1879, la VI sezione venne eliminata, fondendone in parte i contenuti all’interno delle altre sezioni. Questa ultima strutturazione, fatta eccezione per sporadici cambiamenti intervenuti nella denominazione di alcune voci, si è mantenuta anche nelle edizioni novecentesche. Codesta serie del Calendario Reale, prosegue quindi nel segno della tradizione, dunque con la stessa veste grafica e tipografica, le stesse dimensioni, nonché le stesse sezioni di quello amministrato dal Regno d’Italia. L’unica differenza con le edizioni storiche, consiste nel fatto che codesta serie include anche l’elenco delle famiglie Italiane che ottennero provvedimenti nobiliari fino alla cessazione delle funzioni della Regia Consulta Araldica del Regno d’Italia; provvedimenti di grazia emanati da S.M. il Re Umberto II, nonché provvedimenti nobilitanti emanati dalla Real Commissione Araldica di Madrid del S.M.O. Costantiniano di San Giorgio. L’opera è aggiornata dalla Consulta Araldica dell’U.N.I. con cadenza annuale“.

Leggi anche: Intervista ad Ettore Gallelli

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Calendario Reale storico e nuova serie a confronto

Calendario Reale storico e nuova serie a confronto

30 Maggio 2015
Redazione

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